andrea nardini

martedì, agosto 07, 2007

ROCCATEDERIGHI, IMMAGINI DEL POSSIBILE UFO


Da una preventiva analisi condotta da un geologo, interpellato dal proprietario del campo, è emerso quanto segue:

l’oggetto risulta essere interrato (ovviamente) e sovrastato da circa 4 metri di terra;
la sua profondità risulta essere di circa 4 metri (pertanto, 8 metri dalla superficie);
la sua lunghezza e maggiore o uguale a 20 metri circa.
la sua natura sicuramente metallica.
il geologo non ha condotto una rilevazione tale da determinare l’eventuale larghezza dell’oggetto.
l’oggetto sembra essere stato posizionato o “poggiato” artificialmente in un invaso appositamente preparato, in quanto si trova in perfetta posizione orizzontale (grafico del rilevamento geologico);

sabato, febbraio 10, 2007

A Roma per S. Valentino un concorso e un premio speciali: un lucchetto d'oro al miglior sms d'amore!



Ormai i migliori seduttori, si sa, sono quelli che col telefonino riescono a conquistare il gentil sesso con messaggini d’amore sempre più originali. Ed è proprio da questo che nasce l’idea del XX Municipio di Roma di istituire il “Premio San Valentino a Ponte Milvio” per il messaggio telefonico più bello, mettendo in palio, per il vincitore, un lucchetto d’oro.
La scelta di Ponte Milvio non è casuale. Il luogo infatti è ed è stato un ritrovo storico degli innamorati, che un po’ passeggiando e un po’ chiacchierando avanti e indietro sul tramonto del fiume Tevere, si scambiano effusioni e promesse d’amore eterno. Ma non solo, Ponte Milvio, luogo di forte valore identitario e simbolico, è ricordato anche nelle canzoni e nelle poesie romanesche come uno dei posti prediletti da coppie e spasimanti. Ma nemmeno la scelta del lucchetto d’oro come premio è lasciata al caso, poiché è ormai da mesi che Ponte Milvio è teatro di un affascinante fenomeno: gli innamorati ci vengono e scrivono il proprio nome su dei lucchetti, li chiudono attorno a un lampione e gettano la chiave nel Tevere per suggellare la loro passione per sempre. Ma, al contrario di quanto accaduto invece al Ponte Vecchio di Firenze, il rivale ponte romano non ce l’ha con le sue giovani coppiette e permette a queste di giocare con i lucchetti sul proprio suolo pur se, spiega l’Assessore ai lavori pubblici, Marco Daniele Clarke, “vanno individuate, di concerto con le altre Autorità competenti, forme che consentano la collocazione e permanenza dei lucchetti sul posto senza comprometterne il decoro”. Una soluzione possibile, al vaglio in questi giorni nel XX municipio, potrebbe essere il collocamento a inizio e fine ponte di specifici contenitori che da una parte eviterebbero deturpazioni ambientali e dall’altra, però, rovinerebbero quella magia che avvolge il belvedere di Ponte Milvio e che tanto ha affascinato giovani e meno giovani tanto da assicurarsi l’appellativo, di “Ponte degli innamorati”.

Una beneaugurante leggenda metropolitana infatti vuole che le coppie che compiono il rituale del lucchetto rimarranno insieme per sempre e lo stesso fenomeno è stato ripreso più volte sia nel fortunato libro di Federico Moccia “Tre metri sopra il cielo”, che nell’omonimo riadattamento su pellicola di Luca Lucini. Ai giorni nostri i messaggi col telefonino rappresentano uno straordinario e diffusissimo mezzo di comunicazione ed è proprio per questo, spiega Clarke, che il consiglio di Municipio ha approvato con una specifica risoluzione di celebrare S. Valentino con una iniziativa “così particolare ma allo stesso tempo così al passo coi tempi e con tradizioni in continua evoluzione”. Presto sarà dunque noto il numero di telefonino a cui inviare i fantasiosi messaggi in modo tale che i poeti moderni, gli “scrittori di sms”, messi ormai da parte carta e calamaio, bigliettini e lettere varie, possano vivere il giorno di San Valentino con uno stimolo in più: far innamorare la propria dolce metà e allo stesso tempo, perché no, partecipare a un simpatico concorso che mette in palio un simbolo dell’amore dei nostri giorni, il lucchetto d’oro. Una cosa è certa, il vincitore, qualora abbia conquistato la sua bella, ci penserà due volte prima di buttare al fiume la chiave.

L'Africa che non si arrende: i villaggi di Chalinze e Manchali in Tanzania



Molte associazioni umanitarie sono da anni impegnate nel sostegno dei villaggi africani. Tra questi vi sono Chalinze e Manchali, in Tanzania, che con i fondi e con le iniziative di commercio equo e solidale nel nostro Paese saranno potranno forse vedere avverato il sogno della costruzione di un pozzo e di tubature in grado di portare l’acqua agli abitanti del luogo.
L’azione si inserisce in un programma di più ampio respiro denominato "L’acqua è vita". Il progetto, portato avanti dall’organizzazione italiana LVIA nella parte centrale e arida della Tanzania, comprende lo sviluppo di un nuovo sistema idrico e la riabilitazione di uno vecchio e non funzionante in modo tale da poter servire 4 importanti villaggi tra i quali proprio Manchali e Chalinze. Il progetto prevede l’installazione di una pompa a motore, la costruzione del relativo riparo e di una rete di distribuzione lunga 6 chilometri. Oltre a ciò è prevista la formazione dei responsabili della manutenzione che permetterà la gestione autonoma della pompa.
La Tanzania è uno dei nove Paesi dell’Africa in cui la LVIA intende realizzare, con i fondi ricavati dalla Campagna “Acqua è vita” entro il 2006, interventi che daranno acqua potabile a circa 500.000 persone assetate. Le comunità rurali di questi territori infatti devono affrontare quotidianamente problemi legati all’acqua sia durante la stagione secca, che durante quella delle piogge. Durante la stagione secca, a causa della scarsità del bene, gli abitanti dei villaggi devono spesso camminare chilometri e chilometri per ottenere acqua spesso scarsamente potabile. L'acqua potabile viene invece generalmente portata nel villaggio a bordo di biciclette o carrelli e venduta ai suoi abitanti. Quelli più poveri, tuttavia, non possono comprarla regolarmente: devono ridurne il consumo al minimo, oppure scambiarla col cibo; i loro bambini devono sospendere la scuola per aiutare i genitori nella ricerca di qualcosa da bere.
L'acqua a cui le popolazioni dei villaggi hanno accesso durante la stagione piovosa, pur essendo abbondante, è invece generalmente sporca e poco salubre. Infatti in quel periodo dell'anno le comunità attingono l'acqua da torrenti o da pozzi scavati a mano che contengono risorse idriche spesso molto inquinate. L’intervento in questi villaggi si propone allora di fornire acqua sicura a più di 4500 persone. Grazie al nuovo impianto le donne saranno sollevate dal pesante compito di percorrere molti chilometri per approvvigionarsi di acqua, potendosi così dedicare il loro tempo ad attività produttive permettendo inoltre ai bambini la frequenza a scuola. Le donne, quando possono, cercano di guadagnare un po' di soldi preparando la birra locale, facendo terraglie e cestini da rivendere anche all’estero. Attualmente la LVIA sta cercando di continuare quest'iniziativa e di allargare la distribuzione di questi oggetti, sia in mercati locali che al di fuori. In molte parrocchie italiane e in alcuni centri di commercio equo e solidale questi cestini, molto particolari e interamente lavorati a mano, vengono rivenduti e i soldi ottenuti vengono impiegati per finanziare l’opera di sostentamento di questi villaggi africani da utilizzare per diverse necessità, come ad esempio problemi di salute, tasse scolastiche, funerali, ma anche bisogni primari.
Una delle difficoltà più grandi, oltre a quelle climatiche e territoriali è che sebbene le comunità soffrano di malattie trasmesse dall'acqua, le popolazioni dei villaggi non sono in grado di comprendere a pieno il nesso di causalità esistente tra la malattia e la qualità dell'acqua che viene ingerita e la morte è spesso attribuita a pratiche di stregoneria. Ciò fa sì che non vi sia piena collaborazione tra autoctoni e stranieri. Ma la parrocchia di San Giuliano e, nello specifico l’associazione LVIA, si preoccupano anche del sostentamento delle donne dei villaggi, figure fondamentali nell’economia della regione.
L’appoggio ai gruppi femminili viene attuato attraverso la messa a disposizione di fondi che permettano il miglioramento delle tecniche di allevamento avicoli ed ovini, della produzione agricola disponibile per il consumo o per il commercio, e dell’implementazione di piccole attività commerciali come quella dei cestini appunto. Ad ora nel solo villaggio di Chalinze sono state scavate trincee per l’interramento dei tubi idrici per 5.500 metri e 2.600 metri di tubi sono stati già interrati. Un lavoro enorme che prosegue grazie allo sforzo e alla cooperazione di centinaia di persone, sia sul campo che da lontano o lontanissimo, come dall’Italia, in cui moltissime persone hanno aderito all’iniziativa anche solo comprando uno dei cestini africani nelle ripetute giornate di commercio equo e solidale organizzate dalle parrocchie, sostenendo, con un piccolo gesto, l’economia di interi villaggi e famiglie.

MASS MEDIA E DISABILITA’: UNITI CONTRO IL PREGIUDIZIO



La parola “disabile” è sulla bocca di tutti, specialmente in quest’ultimo periodo e soprattutto sui mass media. C’è la storia del disabile che viene deriso e molestato nelle scuole o c’è quello che eroicamente sventa una rapina, o ancora quello che disabile non è, ma che fingendosi tale di fronte a un tribunale, finge l’infermità mentale. Ma sul mondo della disabilità, apparte le storie dei cosiddetti “angeli e demoni” che leggiamo sui giornali, quanto e cosa si sa veramente?
Impressionanti sono le cifre di quella che per dimensione è a tutti gli effetti una delle emergenze sociali e sanitarie del terzo millennio: più di due milioni di persone in Italia ricevono una pensione di invalidità, il 3,6% della popolazione e di queste il 4,7% hanno meno di 14 anni, il che vuol dire circa 100 mila bambini.
Volendo restare sui giovani si scopre che i bambini disabili alla nascita superano l’1%, mentre sul totale della popolazione studentesca abbiamo un 3% di scolari diversamente abili. Nel mondo universitario i disabili aumentano sensibilmente, anzi raddoppiano nel giro di pochi anni: nel 2000 erano 4.800 mentre nel 2005 sono oltre 9000 con un incremento del 90%. Le persone diversamente abili sotto i 18 anni sono 200 mila, la maggior parte di cui ha limitazioni delle funzioni corporee, già perché questa misteriosa parola “disabilità” altro non significa che limitazione della persona nello svolgimento di un’attività. Tra i disabili sotto i 25 anni il 19,1% dichiara di avere condizioni psico-fisiche discrete, mentre la maggioranza, il 68,3%, dice di sentirsi bene o molto bene e l’integrazione nel sistema scolastico e universitario migliora progressivamente. Tutto “rose e fiori” allora? Certo che no.
Il mondo della disabilità è vasto e complesso e in esso confluiscono varie patologie più o meno gravi, ma è comunque un tema sui cui emerge spesso solo il fatto di cronaca al limite della provocazione e che vive, per lo più, in spazi, tempi e ambiti che seguono il semplice decorso della notizia, ovvero uno o due giorni al massimo. Insomma alla stampa il compito di vedere il disabile non solo nell’estremizzazione della cronaca che lascia il tempo che trova, ma anche nella vita quotidiana, con storie di inserimenti nella società, di amore, di lavoro e di amicizia, perché quelle che un tempo rappresentavano uno stigma da vivere il più delle volte tra le mura domestiche, senza ausili e senza supporti da parte della società, diventano oggi una realtà con cui convivere, una sfida per tutte le compagini della comunità verso una piena e consapevole integrazione.


sabato, dicembre 02, 2006

UN NUOVO PORTALE PER LA MUSICA *EUROPEA*!

Metto in anteprima online le foto di alcune pagine del sito che sto lanciando con alcuni soci nel progetto di Milano e Roma, si chiama EUROTHEORY.COM e sarà online in versione completa dal 1 gennaio 2007. E' un portale musicale europeo che diffonderà la musica di gruppi ESCLUSIVAMENTE europei che nel "mare magnum" del web non riescono a emergere per la atroce concorrenza della musica americana all'interno dei siti musicali! Si potranno uploadare profili di gruppi e case discografiche, foto, mp3, video, consultare classifiche e scoprire tanti tanti gruppi finora sconosciuti! Curiosate:

P.S. So quello che state pensando... No, non esiste nessun sito simile in Europa, siamo i primi ad avere avuto l'idea!;)

Chi volesse saperne di più visiti la nostra pagina di info su www.myspace.com/eurotheorymusic

venerdì, dicembre 01, 2006

Musica = Linguaggio = Stile di vita

Il giovane che ascolta un determinato tipo di musica, finisce per acquisire un certo modo di essere, di vestirsi, di parlare, frequentare certe persone piuttosto che altre. La musica come valore fondamentale nelle scelte e nella vita della persona.

La musica ti prende sin da quando sei bambino. Da adolescente diventa il tuo linguaggio, il tuo modo nuovo di comunicare con gli altri, uno stile a cui rapportarti e con cui confrontarti perché spesso ha la capacità di portarti lontano, di farti viaggiare e scoprire mondi diversi.
Nella giovane età infatti la musica diviene fenomeno di costume, mezzo di omologazione sociale, fonte di aggregazione e differenziazione. Essa determina quasi delle divisioni all’interno del contesto giovanile, perché a questa età la musica la si vive, non ci si limita ad ascoltarla. Ed ecco spuntare gruppi chiusi che ascoltano punk e vestono punk, caste chiuse di metallari, discotecari all’ultima moda, o ancora figli dei “figli dei fiori” ancorati alla musica anni ’60-’70 dei genitori e chi ne ha più ne metta. Si denota dunque la tendenza a darsi/dare un’etichetta musicale che funge da presentazione di se stessi e che fornisce una collocazione sociale definita. La musica si ripercuote dunque sulla politica della quale spesso si fa portavoce, sull’abbigliamento, sullo stile ed il modo di porsi. Essa viene in sostanza vissuta come un continuo revival di vecchie e nuove mode. C’è chi si lascia contagiare dalla “Saturday night fever” e si lancia in modaiole nottate in discoteca, veri e propri cultori della notte e di tutto ciò che appare “ultimo grido” e c’è chi sogna una nuova “Summer of love” come quella dei ’70 tra hippie e melodie alla Simon & Garfunkel, promuovendo una stile di vita rilassato, pacifico e trasognato. Poi c’è chi assume un look underground trasandato sulla scia degli ’80-‘90, tra Nirvana e Pearl Jam, voci narranti di una generazione americana alla ricerca di sperimentazioni musicali alternative e in grado di dare voce a un disagio fino ad allora taciuto, dando origine al cosiddetto “popolo della polvere”, passato poi alla storia come fenomeno “grunge”.
La musica diviene dunque una strenua ricerca di un senso di appartenenza e classificazione. La musica è il linguaggio dell’anima. Con le sue molteplici espressioni scaturisce dal bisogno interiore di raccontarsi, di manifestarsi, di esteriorizzare la storia che scorre lungo i fiumi dell’interiorità.
Fenomeno attuale indiscusso ai nostri giorni è l’Hip-Hop, un mix-perfetto di musica, abbigliamento e attitudine.
Molti lo ascoltano perché va di moda, ma dietro questo vecchio-nuovo fenomeno c’è di più. La parola Hip-Hop è entrata nel linguaggio comune e commerciale, troppe volte considerata un sinonimo di rap. In verità l'hip hop è essenzialmente uno stile di vita, un modo di credere e di vivere, oltre al prediligere pantaloni e magliette da pallacanestro di quattro taglie più grandi.
Il writer, ovvero lo scrittore di rime in musica, inizialmente, per esercitarsi s’ispira ai writers più famosi e più stimati. Meglio se sono stranieri. Così prende avvio la creazione di uno stile che viene man mano a rispecchiare la personalità dell’artista.
Ma egli non scrive solo su carta le proprie canzoni. Per esprimere le proprie idee cerca l’attenzione della gente ed ecco i centinaia e centinaia di graffiti che colorano le nostre città. Qui arte, secondo questi ragazzi, significa la capacità di riportare senza paura su un muro come su disco i propri stati d’animo come la rabbia, la confusione, la trasgressione, ma anche la felicità, una posizione politica, ecc…
Ma le vere e proprie “cattedrali nel deserto” dei giovani del terzo millennio sono le discoteche. I ragazzi perdono ogni freno quando varcano la soglia di questi santuari della musica house e techno. Soprattutto quest’ultima ha creato una sub-cultura, un vero e proprio movimento che ha influenzato non solo il settore musicale, ma anche il campo della letteratura moderna, delle immagini, della grafica e della video-grafica giovanile. Il contesto che si viene a creare in discoteca e l’atmosfera che viene prodotta dall’ossessione dei ritmi hanno un sapore di affascinante e, insieme, di macabra freddezza. I colori sono gelidi, quasi glaciali, taglienti, dell’estetica hi-tech. Il grande artista che regna incontrastato in questi ambienti è il dj, vero idolo dei giovani, capace di sovrapporsi ai grandi divi del pop-rock internazionale. In Italia, come in gran parte del mondo occidentale, sono moltissimi i ragazzi che percorrono centinaia di chilometri per ascoltare e ammirare le invenzioni del proprio dj preferito. Volenti o nolenti anche questa è espressione artistica di un mondo di giovani che si dà al nomadismo notturno alla ricerca non di sentimenti, ma di sensazioni.
Dunque sicuramente la musica rappresenta un bisogno formativo speciale sentito e condiviso da molti giovani.
La musica e tutto ciò che essa evoca è il centro dell'interesse della maggior parte dei ragazzi, è lo spazio dai più privilegiato per far vivere quelle componenti positive della crescita e dello sviluppo rappresentato dall'espressione delle emozioni, l'universo dove "nascono le idee". La musica conferisce appartenenza ad una comunità, essa è universale ma allo stesso tempo molto particolare e come tale quindi è anche il medium che consente il dialogo e il confronto tra culture diverse e anche molto lontane. Con la musica, è vero, si può favorire la comunicazione, l’aggregazione e l’integrazione fra le persone.
Ogni cultura possiede un linguaggio musicale proprio e specifico, fatto di organizzazione di suoni, ritmi, armonie, sonorità, strumenti, forme.
Questi, a loro volta, riflettono modi di pensiero, ideologie, credenze, usanze, caratteristiche ambientali ecc.
La musica segue l’evoluzione della società dei suoi gruppi nel suo continuo e dinamico trasformarsi, spesso assumendo caratteri negativi, altre volte positivi, ma resta comunque una immancabile compagna di vita che cambia colore, corpo e anima al cambiare di noi stessi.

Periferie, il mestiere di viverci

UNA DIAPOSITIVA DEL DISAGIO NELL’HINTERLAND CAPITOLINO



A differenza di molte città europee che si trovano nello stesso problema, a Roma, il centro è poche volte un luogo abitato e più spesso un luogo lavorativo, regno di uffici, negozi e studi professionali; il 70-80% della popolazione ha invece casa lontano dal cuore della città, nelle periferie, nei sobborghi e lungo le consolari principali. Ed è proprio qui che nascono i guai: piccoli furti, rapine, risse e in generale tanta tanta insicurezza. La reazione? Si cerca di potenziare le linee degli autobus, di costruire trenini di superficie, di allungare il tragitto delle metropolitane, si fa di tutto per permettere alle persone che vivono in periferia di poter raggiungere il centro, di “vivere” il centro, un bel luogo dove andare a lavorare e fare compere, accogliente e funzionante, dimora di monumenti storici, ma poi è giusto che la gente torni a casa e trovi la propria periferia sempre più degradata? Bisogna lavorare molto per l’inclusione e quindi per il superamento del concetto attuale di periferia, cioè intesa solamente come luogo di emarginazione e di lontananza dal centro fisico e culturale della capitale. Ci sono realtà nella nostra città che spesso trovano spazio solamente all’interno dei trafiletti di cronaca nera e che non sono poi così lontani da noi. Si pensi già solo al “Residence Bastogi”, un residence per modo di dire in fondo a via Boccea, dove nomadi, immigrati e sfrattati convivono in condizioni igieniche che è già un successo poterle definire tali, o alle cosiddette “Due torri” a Torrevecchia, o alle stesse strade intorno alla stazione di Valle Aurelia, così affollate di pendolari di giorno e così vuote e malfamate di notte. I nostri sobborghi stanno sempre più subendo il tentativo di essere inglobati nella città, di essere assorbiti, ma così non sta accadendo. (Soprav)Vivere in certe periferie sta diventando un mestiere. Il disagio della periferia non si combatte solo costruendo “ponti” sempre più lunghi che la colleghino al centro, cercando di far dimenticare alla gente da dove viene, di farla evadere, ma costruendo infrastrutture, cinema, luoghi di ritrovo e di divertimento, centri anziani, palestre, spazi verdi. Insomma la periferia deve perdere la sua accezione di criminalità e disagio a cui tutti la associano e anzi, attraverso nuovi investimenti interni, si deve far sì che un giorno dire periferia non voglia dire altro che extra-urbanità, un luogo distante dal centro ma che, non per questo, non possa non avere tutte le strutture e i privilegi di tanti altre parti della città sicuramente più fortunate.

E SE L'UOMO NON FOSSE STATO SULLA LUNA NEGLI ANNI '60?



Mentre nel mondo della nautica spaziale si parla già di colonizzazione del pianeta rosso, Marte, e della possibile installazione di una base lunare permanente, è opportuno portare alla luce alcune vicende spaziali passate e spesso insabbiate. Dagli anni ’70 ad oggi si è diffuso in tutto il pianeta un movimento di sostenitori della cosiddetta “lunar conspiracy” secondo la quale gli atterraggi lunari delle missioni Apollo, in particolare 11 e 14, sarebbero un falso, costruito in laboratori segreti delle NASA e video-diffuso dalle tv di tutto il mondo. Ma approfondiamo. Le ipotesi espresse sono state frutto di anni di ricerche effettuate non da frustrati scienziatoidi ma esperti di livello mondiale, i quali hanno avanzato essenzialmente due motivazioni: innanzitutto, come sostenne nel ’69 Kaysing, della NASA, la possibilità di riportare vivo un essere vivente sulla terra con le tecnologie di allora aveva una probabilità di riuscita dello 0.0017%. Seconda obiezione: l’impossibilità di trasmettere immagini televisive a una distanza di 150.000 miglia. Inoltre a un analisi delle foto scattate dagli astronauti, all’orizzonte, oltre i venti metri appare il buio completo e nessuna stella, quando in assenza di atmosfera dal nostro satellite gli astri, piu vicini che sulla terra, dovrebbero essere ben visibili. Accanto alla sagoma di Armstrong, di riflesso sul casco di Aldrin apppare un oggetto luminoso che nessuna altra fotografia ha mai testimoniato. A un attento esame, in numerose foto si percepisce sullo sfondo una sorta di parete, deducibile grazie alla mancata coincidenza delle ombre in prospettiva. E ancora, il motore a reazione del modulo di escursione lunare, LEM, avente una spinta di 10 tonnellate, tutto quel che fa è sollevare qualche granello di polvere lunare. Molti esperti e tecnici addetti alle operazioni delle navicelle Apollo hanno confessato che le ricerche e le procedure erano molto affrettate e numerosi erano i guasti tecnici in prova. E così mentre lo Sputnik russo collezionava successi la NASA e gli USA avevano un incredibile bisogno di un colpo propagandistico per riaccendere il sentimento nazionalista messo in quel periodo a dura prova dalla guerra in Vietnam. Cosa fare? Una voce curiosa si è sparsa e cioè che Stanley Kubrick, abbia collaborato al progetto di falsificazione dell’ascesa lunare creando un filmato in cui veniva riproposto, in un set cinematografico di Huntsville(Usa) l’atterraggio lunare, costretto dal governo americano che altrimenti avrebbe rivelato l’identità comunista del fratello minore del regista. Per molti è fantascienza ma le molte incongruenze dei filmati lasciano riflettere non poco. I tre astronauti sarebbero effettivamente stai catapultati nell’orbita nel ’69 e sarebbero ritornati a Terra con uno spettacolare ammaraggio sul Pacifico. Ma se tutte queste fossero illazioni perché nelle immagini lunari targate NASA la distanza della fonte di luce dai soggetti fotografati è così improbabile, tanto da far pensare impossibile che si tratti del sole? Perchè un istante Aldrin ha una ingombrante antenna montata sullo zaino e qualche secondo dopo quest’ultima sembra sparire nel nulla? E le ombre possono davvero sul suolo lunare avere sagome cosi sospette e contrastanti? Sono troppi gli interrogativi che da trent’anni avvolgono la “Moon conspiracy”, così tanti che qualcuno ormai fatica a insabbiarli. La verità è la fuori. GUARDATE IL VIDEO!

ADDIO AI CALL CENTER PER GLI IMMIGRATI!


Chiunque avrà notato, nel proprio quartiere, la apertura come funghi di call center per telefonare all'estero! Beh, d'ora in poi gli immigrati hanno un'offerta ben più vantaggiosa e sul loro telefonino..
Nasce Vodafone One Nation: una nuova offerta studiata per rispondere al meglio alle esigenze di tutti i clienti stranieri che vogliono parlare con il proprio Paese d’origine dall’Italia. La tariffa consente, infatti, di chiamare ad un’unica tariffa tutti i numeri nazionali e il proprio Paese d’origine. Gli immigrati potranno chiamare tutti i numeri nazionali e i Paesi compresi nell’offerta Vodafone One Nation a 19 centesimi di euro al minuto. Come se non bastasse, per ogni minuto di conversazione verso i Paesi Vodafone One Nation, i clienti riceveranno un minuto gratis per effettuare chiamate verso numeri Vodafone Italia!

IL QUARTO SEGRETO DI FATIMA!




E' nelle librerie questo mese un interessante libro del noto giornalista Antonio Socci sui segreti di Fatima. Esisterebbe infatti una seconda parte non rivelata del famoso terzo segreto detto anche "quarto segreto", che conterrebbe parole terribili sulla crisi della fede, sul tradimento di parte della gerarchia, sugli eventi catastrofici che attenderebbero la Chiesa e, con essa, l'umanità intera. Giovanni XXIII e Paolo VI avrebbero impedito la pubblicazione del testo. Paolo VI, si dice, finito di leggerlo disse: "portate via questa roba" tanto era terrorizzato. Giovanni Paolo II e il suo braccio destro teologico, Ratzinger, sarebbero stati bloccati dalla indisponibilità di gran parte dell'episcopato alla rivelazione "troppo forte". Così, nel 2000 si sarebbe fatto ricorso a un escamotage: rivelare una sola parte del testo, facendo credere per giunta che si riferiva al passato. In effetti nel terzo segreto (rivelato nel 2000 dal Papa) si dice che un vescovo vestito di bianco viene ucciso da un gruppo di soldati! Ma come sappiamo nel 1981, il Papa nn fu ucciso ma bensì, come disse Giovanni Paolo II stesso, la Madonna deviò il corso della pallottola e lo ferì solamente. Perchè allora la Madonna avrebbe dovuto profetizzare la morte di un Papa se poi lei stessa avrebbe evitato l'uccisione? Forse il "Vescovo bianco" a cui si riferisce il terzo segreto di Fatima non era Woytila......

sabato, novembre 18, 2006

INCHIESTA PARCO LEONARDO

 PARCO LEONARDO: LIBERTA’ DI VIVERE(?)

Parco Leonardo, il più grande centro commerciale d’Italia, con annesso centro residenziale circostante in continua espansione, è un nuovo modello di architettura urbana, una città del terzo millennio basata su un modello di vivere e lavorare completamente innovativo.



Il gruppo composto da Andrea Nardini, Marzia Cavallucci, Giorgia Del Cupola, Riccardo Tucci, Maria Laura Varcaccio Garofalo e Simone Bracci si è occupato di fare un’ inchiesta, a un anno di vita del centro commerciale, e di indagare sullo stile di vita e sugli aspetti positivi o negativi della nuova città secondo i "Leonardesi". Di interrogare i commercianti e di verificare l’effettivo sviluppo di quello che era stato definito un enorme business commerciale. Di verificare l’effettiva realizzazione di tutte le promesse che sono state fatte a inizio progetto a cittadini, commercianti e alle migliaia di persone che quotidianamente confluiscono al Parco Leonardo.

-scheda tecnica e cifre riscontrate:

AMPIEZZA PARCO LEONARDO: 160 ettari
CENTRO URBANO COMPLESSIVO “PARCO LEONARDO”: 4 quartieri residenziali + 2 alberghi + centro commerciale + cinema multisala
ABITANTI: 10.000
AMPIEZZA CENTRO COMMERCIALE LEONARDO: 100.000 metri quadrati
INAUGURAZIONE CENTRO COMMERCIALE: 9 novembre 2005
IDEA PROGETTO: Gruppo Leonardo, primi anni ‘90
STUDIO PROGETTAZIONE: 4 anni
COMUNE DI RIFERIMENTO: Fiumicino
APPARTAMENTI: 3. 600
TARGET ACQUIRENTI: giovani coppie
QUARTIERI RESIDENZIALI: 4
NUCLEO ARCHITTETONICO FONDAMENTALE: sistema delle 3 piazze ellittiche che si compenetrano formando un isola pedonale facendo sì che l’area si unisca con centro commerciale, palazzo divertimenti, con il futuro office park e la stazione della metropolitana leggere
EVENTI: organizzazione di concerti, spettacoli e manifestazioni
UFFICI: 2 campus uffici + 40 edifici (capacità: 15.000 lavoratori)
VALORE COMPLESSIVO PROGETTO: 3 miliardi di euro
SERVIZI COMMERCIALI: 155.000 metri dedicati. 214 negozi + 160 esercizi, 2 alberghi, 1 cinema con 24 sale, 40 ristoranti, 1 bowling, 1 bingo, 1 sala giochi + casinò + 1 ipermercato(13.000 metri quadrati)
TERRA RIMOSSA PER LA REALIZZAZIONE: 540.000.000 kg
CALCESTRUZZO PER LA COSTRUZIONE: 300.000.000 kg
CEMENTO ARMATO UTILIZZATO: 19.000.000 kg
PAVIMENTAZIONE: 80.000 metri quadrati
LUCERNARI: 5.000 metri quadrati
FINESTRE: 50.000
TOMBINI: 1.600
ASCENSORI: 160
PARCHEGGI: 16.000posti auto su due piani
AZIENDE OPERATRICI: 300
LAVORATORI: 3.000
TRANSITO ANNUALE: 18.000.0000 di persone
TRASPORTI e MOBILITA’: 1 treno ogni 15 minuti dalla stazione di Parco Leonardo attiva dal dicembre 2005. Svincolo autostradale sulla Roma-Fiumicino, due corsie per senso di marcia, autofinanziato dal Gruppo Leonardo e allargamento della via Portuense COSTO: 27.000.000 euro)
CINEMA: 24 sale, 6.128 posti, 3 posti disabili per ogni sala, 1 cine-caffè, 1 ristorante, due self-service
POSTI LAVORO CREATI: 400 per la progettazione, 350 nuovi assunti, età media 23 anni, nuovi posti di lavoro a lavoro finito: 1200
SICUREZZA: circuito di telecamere per ogni zona attive 24 ore su 24 tutti i giorni + vigilanza privata
PROGETTI SIMILI: Milano Santa Giulia di Luigi Zumino, che dovrebbe essere ultimata entro il 2009


- FASI INCHIESTA -


GIORNO 1:

- SOPRALLUOGO GENERALE DEL CENTRO RESIDENZIALE E DEL CENTRO COMMERCIALE
- FOTO DEGLI ESTERNI E DEI CANTIERI APERTI
- PRIME INTERVISTE VOCALI CON BLOCK NOTES

GIORNO 2:

- FOTO INTERNI E ABITAZIONI
- INTERVISTE AUDIOVISIVE CON TELECAMERA E MICROFONO A RESIDENTI, VISITATORI E COMMERCIANTI DEL PARCO LEONARDO
- VIDEO INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL COMITATO RESIDENTI “LEONARDO-CITY”
- INTERVISTE A COMMERCIANTI ESTERNI AL CENTRO COMMERCIALE(BAR, RISTORANTI, PASTICCERIE)

GIORNO 3:

- SOPRALLUOGO PRESSO IL CENTRO RESIDENZIALE “PLEIADI” INTERNO AL PARCO LEONARDO
- SCHEDA DEGLI EVENTUALI DISAGI E DEGLI ASPETTI POSITIVI DEL VIVERE A LEONARDO, A FRONTE DELLE NUMEROSE INTERVISTE AUDIO E VIDEO
- FOTO PARCHEGGI, INFRASTRUTTURE, NEGOZI E VITA DI OGNI GIORNO AL CENTRO
- MAXI INTERVISTE A DUE RESIDENTI DEL PARCO LEONARDO, CENTRO RESIDENZIALE “PLEIADI”

GIORNO 4(DA FARE!)

- INTERVISTA A TIRINCANTI RESPONS. IMMAGINE PARCO LEONARDO(ADNKRONOS)
- ACQUISIZIONE PERMESSO PER FOTO INTERNI
- FOTO INTERNI
- FOTO COLLEGAMENTO A FIERA DI ROMA E AEROPORTO DI FIUMICINO
- ULTERIORI VIDEO INTERVISTE A RESIDENTI, COMMERCIANTI E VSITATORI
- INTERVISTE A COMUNE DI FIUMICINO E FORZE ORDINE
- INTERVISTA AL DIRETTORE DEL CENTRO COMMERCIALE
- EVENTUALI CONTATTI CON MEMBRI DEI COMITATI RESIDENTI
- EVENTUALI ULTERIORI FOTO ESTERNI SU RICHIESTA




venerdì, novembre 10, 2006

Unbreathing

Ciao a tutti, se avete 3 minuti date un occhiata/sentita a questo video, la canzone è stata scritta in gran parte da me!

x files

Consiglio a tutti di vedere su youtube i vecchi episodi della serie cult di fine anni '90: X-FILES!

ciao